Forse non sarei più tornato, forse non avrei visto quei luoghi che fanno parte di me.
Poi un giorno ti incontrai per caso, mi ricordai di quel sorriso, sempre disposto ed unico quando mi bastò per farmi sentire più grande, più coraggioso e raccontare di te.
Poi passando li, trovai ancora quella panchina, segnata di vecchi ricordi; quando pur di evitare la lezione, restavamo per delle ore con la mente a fantasticare il nostro futuro e a guardare il cielo ed assaporare l’amaro dell’erba del prato mentre calpestavamo i tanti abitanti che lo arricchivano.
Pensai alle stagioni dell’anno dove la natura non metteva paura come adesso dove l’incoscienza di allora tirava fuori tutta la nostra forza, dove esprimevamo i sentimenti e sognavamo di restare sempre insieme per inventare il nostro futuro. Forse quello che succedeva allora dentro di noi ,non succederà più .
Ma sbagliai perché in fondo, cercare di sfogliare i ricordi della nostra mente e’ un tesoro infinito.
Dove la vecchia panchina la grossa targa del cancello della scuola sono un punto di partenza ed di arrivo per ognuno di noi, questo lo pensi e lo apprezzi sempre di più, mettendo da parte la malinconia dei giorni, perché lo sai che è così, e ti fermi a raccogliere i tanti cocci che hai lasciato nel tuo cammino, e cerchi di unirli come non è mai successo .
Tu sei uno dei tanti ricordi belli da sfogliare nelle pagine infinite dell’uomo e nell’animo di ognuno di noi.
È così quando amando una donna qualcuno sfoglierà le pagine dei ricordi, e forse a qualcosa servirà, ed imparando da noi ad apprezzare una donna per quello che ci dà, e conoscerla, convincersi ed accettare l’essere superiore che è ,e sempre sarà nella vita dell’uomo.